Un calo di udito è molto spesso associato a molte problematiche come declino cognitivo, depressione e mal di denti.
Dei recenti studi hanno invece esplorato la correlazione tra perdita di udito, qualità e durata del sonno, scoprendo degli interessanti collegamenti.
Lo studio britannico
Le ricerche sono state condotte su oltre 230.000 persone residenti nel Regno Unito, con un’età compresa tra i 38 e i 72 anni.
I partecipanti avevano autodiagnosticato: apnee notturne, sonnolenza, difficoltà nell’alzarsi al mattino e anche problemi uditivi, prima e durante lo studio.
Da questa indagine è emerso che la scarsa qualità del sonno, ma non la durata, è associata a un rischio aumentato di perdita d’udito.
Lo studio coreano
Un altro importante studio di origine coreana, pubblicato nel 2023, ha esplorato la correlazione tra durata del sonno e perdita di udito negli adulti oltre i 40 anni.
I ricercatori hanno esaminato i dati del Korea National Health and Nutrition Examination Survey, prendendo come riferimento un campione di 5.547 partecipanti.
Questi hanno effettuato test audiometrici e risposto a determinati questionari sulla durata del sonno.
I risultati hanno evidenziato una correlazione positiva tra durata del sonno e presbiacusia da moderata a grave, ma non lieve. In particolare, confrontando i dati di chi dormiva all’incirca 6 ore o meno, coloro che dormivano 7,8 e più di 8 ore mostravano un’incidenza maggiore di presbiacusia rispettivamente del 24%, 27% e 47%.
In generale, queste ricerche scientifiche hanno confermato un collegamento tra sonno e perdita di udito, rendendo anche questi fattori dei possibili campanelli d’allarme da non sottovalutare.