Farmaci ototossici e presbiacusia: uno studio

I farmaci ototossici sono quei medicinali in grado di provocare una perdita uditiva temporanea o permanente, sia in modo diretto che indiretto. Non è necessario che questi farmaci presentino l’ipoacusia come effetto collaterale immediato per essere classificati come tali.

L’ototossicità di questi farmaci, infatti, può manifestarsi a seguito di abuso, assunzione combinata ad altri medicinali, durata prolungata del trattamento e altre variabili. In questa categoria rientrano soprattutto alcuni farmaci chemioterapici, oltre ad antibiotici, diuretici e antinfiammatori di uso comune.

Qualche tempo fa, il Journal of the American Association of Nurse Practitioners ha pubblicato uno studio che esplora un argomento di crescente rilevanza per la salute degli anziani: l’impatto dei farmaci ototossici sulla presbiacusia, ossia la perdita uditiva legata all’invecchiamento.

Lo studio

Gli autori hanno riscontrato che il 91% degli anziani campionati stava assumendo farmaci ototossici al momento della ricerca, con farmaci antinfiammatori non steroidei in testa alla lista seguiti da paracetamolo e diuretici. 

Considerando che l’età avanzata rappresenta un fattore comune di ipoacusia a causa dei cambiamenti strutturali e chimici che avvengono nell’orecchio interno dovuti all’invecchiamento, lo studio intendeva esplorare il ruolo dell’ototossicità correlata ai farmaci nell’accelerare la perdita dell’udito

Nello specifico, gli autori hanno analizzato i dati provenienti da due studi epidemiologici basati su un ampio campione di popolazione anziana sottoposti a esami nel 1993–1995, 1998–2000 e 2003–2005. 

La prevalenza dell’uso di farmaci ototossici è stata valutata in relazione all’età e alla perdita dell’udito.

Conclusioni dello studio

Sebbene l’associazione diretta tra l’uso di farmaci ototossici e la perdita di udito non sia risultata statisticamente significativa, i partecipanti che assumevano un numero maggiore di questi farmaci mostravano una perdita dell’udito più marcata rispetto a quelli che ne assumevano meno.

L’aumento dell’uso di farmaci ototossici tra gli anziani solleva preoccupazioni sulla possibile escalation della perdita di udito. Gli operatori sanitari, in particolare gli infermieri professionisti, devono considerare attentamente gli effetti ototossici quando prescrivono farmaci a persone anziane, soprattutto quelle con comorbilità. È essenziale un monitoraggio regolare dell’udito e la valutazione della necessità di modifiche nei farmaci ototossici”, sottolineano gli autori.

L’auspicio, quindi, è che gli infermieri professionisti e altri operatori sanitari siano proattivi nel considerare gli effetti collaterali ototossici e cercare alternative quando possibile. 

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