Neurinoma acustico: esiste un legame con l’uso del cellulare?

I cittadini italiani sono 60 milioni. Tra questi 39 milioni hanno più di 15 anni ed il 93%, secondo Eurispes, possiede un cellulare: circa 37.000.000 di persone.
Il neurinoma acustico è un raro tumore benigno che colpisce il cervello e che viene talvolta definito anche schwannoma vestibolare. La crescita è molto lenta e avviene nel corso degli anni, ma può arrivare a comprimere il tessuto cerebrale.
Secondo report statistici è presente nell’1% della popolazione: 590.000 casi circa in Italia.

Più nel dettaglio è il nervo vestibolococleare ad esserne colpito, struttura che contribuisce al controllo dell’udito e dell’equilibrio. È proprio questo nervo parallelo a quello facciale, che porta le informazioni dal cervello ai muscoli del viso.
Recenti studi affermano che l’incidenza degli strumenti tecnologici sui pazienti sintomatici, sia in aumento.
Il neurinoma acustico viene di solito diagnosticato ai pazienti tra i 30 e i 60 anni ed i sintomi principali sono:

  • La diminuzione dell’udito,
  • La difficoltà di equilibrio.

Come diagnosticare il neurinoma acustico?

Purtroppo risulta ancora difficile individuare l’insorgere di tale patologia, perché i sintomi possono essere confusi con quelli di altre malattie. La tempestività da parte di uno specialista è importante affinché il tumore non si diffonda.

La diagnosi è eseguita in diversi modi:

Una volta diagnosticata e confermata la presenza del neuroma, bisogna considerare alcuni fattori importanti prima di valutare la terapia da applicare ossia: l’età del paziente, le condizioni generali, dimensione e posizione del neurinoma.

Dunque, può l’uso del cellulare essere legato al neurinoma acustico?

Il neurinoma acustico è in realtà una patologia del vestibolare, pertanto, prima di affermare che il cellulare può determinare l’insorgere di questa patologia, bisognerebbe dimostrare se tale tecnologia abbia comportato l’aumento di casi di neurinoma acustico.

Però, anche se oggi questo dato fosse accertato, si potrebbe anche pensare che con l’avvento della risonanza magnetica sia aumentata la probabilità di formulare una corretta diagnosi.

 

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